Gestire i collaboratori, Passaggio generazionale

Come uscire dal sovraccarico di lavoro

Se non ci fossi io qui a fare le cose tutto andrebbe a rotoli“.

E’ una delle frasi più frequenti nella bocca (o nella testa) degli imprenditori. In genere sta a significare che vorrebbero delegare, ma che in realtà tutto gravita inevitabilmente attorno a loro.
Per invertire questo pericoloso meccanismo, in cui il titolare diventa sovraccarico ed i collaboratori frustrati, serve in genere molto tempo ed influiranno numerosi fattori, tra cui:

– La qualità delle persone attualmente presenti in azienda
– La vera volontà dell’imprenditore di non essere più “indispensabile”
– L’inserimento di qualche nuovo collaboratore molto valido

Ovviamente non tutti e 3 i fattori avranno lo stesso peso, ma è indubbio che vi sono situazioni in cui le relazioni personali sono talmente compromesse che la fiducia reciproca è davvero difficile da ristabilire. L’imprenditore ormai pensa di avere attorno solo persone inette e i collaboratori vedono l’imprenditore come un rompiscatole incontentabile, che non perde occasione per rimarcare ciò che non viene fatto bene.
Se a questo aggiungiamo lo stress causato dai clienti che non pagano, di fornitori che non consegnano, dalle banche che non aiutano, dai sindacati che protestano e dal consulente che ti viene anche a dire che stai gestendo male l’azienda… capite bene che la miscela diventa piuttosto esplosiva.

Per questo il consiglio è quello di dare, prima di tutto, il giusto peso alle cose. Non si può affrontare con la stessa energia chi sbaglia una fattura da 15 euro con chi non lavora o crea malumore 8 ore al giorno, 5 giorni a settimana. Così come è sconsigliabile dire ossessivamente alle persone che devono essere più precise/attente/produttive/responsabili se poi non gli si indica concretamente come essere più precise/attente/produttive/responsabili.
Ma è altrettanto pericoloso scivolare lentamente verso la rassegnazione, per poi arrivare alla famosa constatazione del “se non ci fossi io qui tutto andrebbe a rotoli“.
Cosa fare quindi?

Primo: distinguere tra le persone che si ha in azienda. Confondere chi davvero non vale da chi sta solo dando il minimo indispensabile potrebbe essere un errore fatale. E già questa distinzione risolverebbe molte cose.
Secondo: ridare fiducia a chi lo merita, tramite un’operazione di delega costante e pianificata. Il che non significa quindi “sbolognare” (attività molto diffusa da chi vuole semplicemente dimostrare di essere indispensabile).
Terzo: cominciare a dare riconoscimenti a chi davvero comincia a prendersi alcune responsabilità o ad applicarsi più degli altri. Ovvero meritocrazia ed incentivi (non solo economici ma anche riconoscimenti in pubblico).
Quarto: riorganizzare sulla base delle nuove responsabilità, definendo meglio flussi produttivi e ruoli di ciascuno.
Fatti questi 4 passi (generalmente è necessario qualche mese) cominciano a vedersi i primi piccoli risultati.

Ora però comincia la parte più difficile, ovvero il salto di qualità che può dare il passare da un cambiamento superficiale ad un vero consolidamento dei risultati. Ovvero il lavoro sulle persone e sulla loro consapevolezza (leggi, a questo proposito, l’articolo “Perché gli effetti della formazione svaniscono?“). Se questo salto non avviene infatti le vecchie abitudini prenderanno di nuovo il sopravvento, vanificando tutti i risultati ottenuti. E la frustrazione potrebbe portare ad una situazione addirittura peggiore rispetto a prima, poiché adesso sarà svanito anche l’ultimo barlume di speranza sia nell’imprenditore che tra i collaboratori, provocando un collasso prima produttivo e poi finanziario.

Per approfondire questo ed altri argomenti: www.accademiasovversiva.it

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Informazioni su Fabrizio Cotza

Sono un Mentore Sovversivo, ovvero affianco imprenditori, manager e professionisti nella gestione della loro attività. Ho fondato e dirigo due società di consulenza e formazione, All Winners e Formazione Sovversiva. Dal 2009 sono Presidente del MasterClub, un selezionato gruppo di aziende Sovversive. Ho scritto "Per fortuna c'è la crisi!", il "Libro SalvaVita" e “Imprenditori Sovversivi”. Contatti e maggiori informazioni: www.fabriziocotza.com f.cotza@all-winners.it

Discussione

4 pensieri su “Come uscire dal sovraccarico di lavoro

  1. Parole sante! Anche il mio lavoro è lo stesso e, pur applicandolo “quasi” con lo stesso metodo (in 15 anni spero sia migliorato gradatamente) noto che i risultati sono comunque diversi in base allo stato (motivazione e altre variabili) del collaboratore.
    Non sarebbe utile un confronto/collaborazione anche tra colleghi? Questo sito è una buona opportunità.
    saluti

    Pubblicato da Piero ferrari | 19/09/2011, 12:58
  2. grazie, vi seguirò con interesse…
    buon lavoro

    Pubblicato da Piero ferrari | 19/09/2011, 19:43
  3. Molto interessante questo articolo x chi ha questa mansione o per chi sta x fare un cambiamento. Io sono già in questo campo da oltre un anno e mezzo, ma essere responsabile non significa affatto ritenersi il migliore, non va nemmeno pressato il personale ma bensì capire le difficoltà, verificare, controllare, attuare nuove strategie, lavorare insieme ai collaboratori x migliorare le loro qualità e rendere produttiva l’azienda. Purtroppo persone difficili ce ne sono ma bisogna valutare anche questo , valutare i sovraccarichi, e tanto altro. X cui tanto impegno, sicurezza e decisi

    Pubblicato da Debora | 09/06/2019, 18:24

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