Pianificazione ed organizzazione

La corretta gestione del “circolante”: incassi, pagamenti e scorte.

In questo articolo vi parleremo di che cosa è il “circolante” e soprattutto della corretta gestione delle grandezze che lo compongono  come chiave di successo  di una azienda.

Da sempre si è trascurata la parte finanziaria di un business perché ritenuta noiosa e poco importante e spesso un semplice corollario alle altre dinamiche dell’azienda. Gli imprenditori e con loro anche gli “amministrativi” hanno prediletto occuparsi in modo più approfondito del miglioramento tecnico del prodotto/servizio, dell’organizzazione della struttura commerciale, del potenziamento delle infrastrutture alla ricerca di una maggiore efficienza ed delle politiche fiscali al fine di ottenere il maggior vantaggio in termini di riduzione delle tasse. Tutto ciò va bene in periodi di andamento dei mercati in forte crescita ed espansione, quando l’accesso al denaro non costituisce un problema insormontabile.  Quando arriva il momento in cui i mercati sono in stagnazione o, come ora, in forte recessione, chi ha fatto in passato attività di oculata gestione finanziaria può avere ancora delle chance per il futuro. Chi invece non è stato così attento arranca e spesso, se non corre ai ripari in fretta, finisce come coloro che hanno sperperato all’insegna dei motti “tanto quel cliente ha sempre pagato”, “tanto chiederò un finanziamento in banca”, “tanto ce l’abbiamo sempre fatta”. Prima di ridursi a dire queste frasi è meglio capire di cosa stiamo parlando più nel dettaglio:  che cosa è il CCN (capitale circolante netto)?

E’ molto semplice: non è altro che la differenza tra le attività correnti e le passività correnti. L’espressione attività correnti è usata per indicare le attività che si prevede di incassare o comunque di realizzare nel breve periodo, mentre l’espressione passività correnti è usata per indicare le passività che si prevede di estinguere nel breve periodo ( 12 mesi).  Senza andare troppo nel dettaglio tecnico finanziario potremmo rappresentare, semplificando, che è la differenza fra , da una parte,  i crediti vs clienti, le rimanenze di magazzino e gli anticipi ai fornitori e, dall’altra, i debiti vs i fornitori, vs i dipendenti ed i debiti tributari ricorrenti.

CCN = CREDITI + STOCK – DEBITI

Il CCN esprime, come si intuisce chiaramente, quante risorse ha bisogno l’azienda per svolgere la sua regolare attività.  Il grado di dominio da parte dell’azienda su queste tre grandezze può determinare la vita o la morte di una impresa. Alcune aziende come Coca cola, hanno un CCN negativo. Questo perchè hanno un potere contrattuale enorme nei confronti di fornitori e clienti e si fanno finanziare da loro. Le variazioni sono importantissime perchè un aumento del CCN assorbe cassa, una diminuizione libera cassa. Spesso e volentieri molte giovani aziende in crescita falliscono perchè perdono il controllo sul il CCN.

Capita l’importanza di avere un’assoluta padronanza delle tre variabili sopra citate, cosa si deve concretamente fare?

Innanzi tutto avere sotto stretto controllo il flusso generato dagli incassi e dai pagamenti, verificando le condizioni finanziarie concesse ai clienti e ottenute dai fornitori: in linea teorica più stringenti sono le condizioni di incasso e più dilatate sono quelle di pagamento più generiamo CASSA, ossia soldi sui conti correnti. Per assurdo se siamo fossimo così forti commercialmente da farci pagare dai nostri clienti in anticipo e da pagare nostri fornitori a 120gg, faremmo gonfiare le nostre casse. Il tutto deve sempre essere accompagnato da una fissazione del prezzo di vendita che ti possa coprire i costi e lasciarti un certo margine. In ultimo bisogna non dimenticarsi della gestione oculata delle rimanenze, dobbiamo avere bene in testa che più il valore di magazzino è alto più stiamo immobilizzando denaro, quindi si riduce la nostra cassa e si svuotano i nostri conti correnti aumentando il rischio di invenduto ed obsolescenza dei nostri prodotti. In quest’ultima circostanza oltre il danno derivante da aver immobilizzato denaro incappiamo anche in una perdita economica secca.

Ora, per concludere, vi faremo ragionare sulla vera forza che hanno le grandi catene di supermercati alimentari: la parte bassa del conto economico, ossia la gestione finanziaria! Perchè? Incassano a pronti dai clienti (noi poveri consumatori), pagano i fornitori ad oltre 150gg e fanno una gestione oculata delle scorte.

Cerchiamo anche noi da domani di analizzare e gestire al meglio queste tre grandezze.

Per approfondire questo ed altri argomenti: www.accademiasovversiva.it
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Informazioni su Fabrizio Cotza

Sono un Mentore Sovversivo, ovvero affianco imprenditori, manager e professionisti nella gestione della loro attività. Ho fondato e dirigo due società di consulenza e formazione, All Winners e Formazione Sovversiva. Dal 2009 sono Presidente del MasterClub, un selezionato gruppo di aziende Sovversive. Ho scritto "Per fortuna c'è la crisi!", il "Libro SalvaVita" e “Imprenditori Sovversivi”. Contatti e maggiori informazioni: www.fabriziocotza.com f.cotza@all-winners.it

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