Solitamente quando si osserva un bilancio appaiono evidenti i costi sostenuti dall’azienda, e spesso ci si preoccupa di tentare di tagliare quei costi nella speranza di aumentare in questo modo i margini.
Purtroppo quello che sfugge a molti imprenditori è che i veri costi che erodono parte degli utili non sono così evidenti, bensì sommersi. Tali costi vengono definiti “di non qualità“.
Il nome già indica ciò a cui ci riferiamo: sprechi, lavori sbagliati fatti due (o più) volte, acquisti non necessari, personale improduttivo e così via.
Prendiamo l’esempio di un lavoro che viene rifatto a causa di un errore. Potrebbe essere la spedizione di un semplice pacco contenente la merce per il cliente.
Analizzate bene sia le vostre competenze, sia lo spettro demografico e commerciale della comunità che vi circonda; le tre librerie sono generaliste, ma nella vostra città c’è un piccolo tribunale. Una libreria specializzata in testi legali potrebbe essere il modo per creare la vostra nicchia.
C’è una facoltà universitaria molto frequentata da studenti stranieri? Una piccola libreria internazionale potrebbe concentrarli tutti di fronte ai vostri scaffali.
La vostra cittadina non possiede nulla di tutto questo, e la sua composizione demografico-commerciale è assolutamente priva di qualsivoglia peculiarità? Forse è il caso di abbandonare l’ipotesi della libreria e continuare a studiare ed analizzare la fotografia della comunità in cui andrete ad operare: prima o poi un aspetto che il commercio o i servizi locali non hanno ancora provveduto a soddisfare adeguatamente verrà alla luce: ecco il bandolo della matassa.
Cos’è la Leadership? E’ sufficiente leggere la miriade di testi dedicati all’argomento per capire che in realtà non esiste un unico modello di Leadership valido per tutti o per ogni circostanza. Sembra essere più che altro una caratteristica che varia, che si trasforma e che a volte contraddice se stessa. I grandi Guru internazionali ci forniscono modelli di Leadership spesso basati su studi che riguardano grandi aziende e multinazionali, dimenticandosi di spiegare cosa invece dovrebbero fare i piccoli o medi imprenditori che, almeno qui in Italia, tengono davvero in piedi l’economia. Cercheremo quindi di coniugare i concetti esposti da chi ha analizzato i grandi Leader, con le esigenze pratiche di un imprenditore a capo di una PMI.
Punto 1. Perché è utile avere Leadership in una PMI?
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Lo “standard qualitativo” non è, come spesso si è portati a pensare, la qualità “media” di ciò che viene fatto o fornito ad un cliente. Lo standard qualitativo è in realtà spesso legato alla peggiore performance, poiché è quella di cui si ricorda il cliente.
Un perfetto esempio è dato dai fast food più famosi, in cui viene servito sempre lo stesso tipo di panino, a prescindere dal luogo in cui lo mangiamo e dall’operatore che ci lavora. Se ci capitasse di mangiare un panino avariato, anche solo una volta ogni cento panini, la percezione di quella catena di fast food sarebbe legata a quell’unico panino che ci ha intossicati, e non più ai 99 che abbiamo trovato mediamente buoni.
Per un’azienda o un professionista è molto meglio fornire prestazioni sempre uguali, anche se non eccezionali, piuttosto che prestazioni molto diverse tra loro, poiché inevitabilmente la reputazione si legherà a quella peggiore.
Nel mettere controllo su tutti i numeri della tua azienda dovresti attenerti alla più banale -quanto trascurata- delle verità: il fine di ogni attività consiste nell’ottenere entrate superiori alle uscite. Questo comporta che ogni spesa dovrebbe essere fatta rispondendo prima a questa domanda: che tipo di entrata genererà?
Investo per fare il capannone nuovo. Bene. Quanto incasserò in più grazie al capannone nuovo? Assumo una nuova persona. Quanto mi dovrà rendere in più questa persona per coprire i costi del suo inserimento? Cambio il gestionale. Quanto mi farà produrre in più il gestionale nuovo?
Se le risposte a queste domande sono vaghe abbiamo un problema: stiamo sperperando la ricchezza della nostra azienda. Inizia quindi a cambiare il tuo punto di vista, considerando i soldi che spendi come un investimento che deve portare ad un risultato chiaro: maggior entrate per l’azienda.
La nostra attenzione però non dovrebbe essere rivolta solo alle uscite, bensì anche alle entrate.
Ci si concentra quasi totalmente sul “produrre” o sul “vendere” dimenticando che il fine di queste attività sta negli incassi. E così si scopre che in azienda nessuno è incaricato di recuperare i crediti, oppure chi è incaricato non lo sa fare. Questa superficiale gestione delle entrate porta spesso l’imprenditore a diventare schiavo dei fidi bancari, sperperando così ulteriore ricchezza. Ma l’affidarsi in modo “pigro” alle banche, così come la scarsa attenzione al recupero crediti o agli acquisti fatti, sono solo alcuni dei modi in cui si possono erodere gli utili.