Meritocrazia. Questa è una delle sfide più grandi all’interno delle PMI. Anzi: è “la” sfida!
Perché quando sono presenti sistemi incentivanti significa che tanti altri fattori positivi sono già stati attivati. Perché ci sia meritocrazia, infatti, deve essere stato chiarito a tutti il proprio ruolo e i risultati che ci si apetta da ciascuno di loro. Ci dev’essere poi un sistema di verifica e controllo, legato a statistiche, per poter valutare oggettiviamente chi davvero è efficiente da chi non lo è (per questi concetti leggi gli articoli nella sezione Organizzare).
Questo però è solo un aspetto, legato più che altro ai risultati tangibili.
L’altro, forse più importante ma spesso sottovalutato, è invece legato agli atteggiamenti delle persone.
Per atteggiamenti intendiamo svariati fattori:
Spesso si parla di “Personalità negative” o “pericolose”.
Una di queste tipologie è ben rappresentata, in maniera metaforica, da quelli che in autostrada si piazzano, ai 100 km all’ora, sull’ultima di corsia di sinistra, sebbene a destra le altre siano completamente libere. Per distrazione può accadere a tutti di non spostarsi su quella più libera a destra, ma in questo caso parliamo di una situazione ben diversa, poiché loro non solo sono consapevoli di ciò che fanno ma sembra provino un certo gusto sadico a vedere la fila di auto dietro di loro che tenta invano di farli spostare. Non reagiscono né agli abbaglianti né al clacson, come se totalmente estranei a ciò che succede attorno a loro. Ma il culmine lo raggiungono un attimo dopo, ovvero quando tu -ormai esasperato- decidi di fare ciò che a scuola guida ti insegnavano come grave infrazione: sorpassi a destra. E in quel momento accade il miracolo. Da zombie che era il nostro caro amico si risveglia tutto d’un colpo, e appena gli passi di fianco comincia ad imprecare contro di te, per segnalarti che è proibito sorpassare a destra. Ed anche dopo che l’hai superato comincia lui a lampeggiarti forsennatamente!
Chi non è rimasto mai vittima o non è mai stato complice di un pettegolezzo? Probabilmente nessuno.
Il “sai cosa ho saputo di…” o il “sai cosa hanno detto di te” sono tra le maggiori piaghe che possano esistere all’interno di un gruppo di persone, e spesso è anche difficile non farsi coinvolgere da chi ama particolarmente questo genere di “comunicazioni”.
Ci sono però alcuni consigli che, se applicati costantemente, possono attenuare il fenomeno o almeno evitare che dilaghi diventando lo sport nazionale in azienda (e non solo).
1. State attenti e bloccate i “finti amici“, ovvero quelli che vi riportano cosa “qualcun altro” ha detto di spiacevole su voi. In questo caso ci sono due varianti:
a) La persona vi riferisce anche chi ha detto quella cosa.
b) La persona si rifiuta di dirvi chi l’ha detto o si rifugia dietro ad un generico “molti, tutti, si dice in giro”.